›› FARMACI ANTIDEPRESSIVI (Fluoxetina, Paroxetina, Sertralina, Tranilcipromina, Toloxatone, Moclobemide, Amitriptilina, Imipramina, Nortriptilina, Clomipramina, Protriptilina, Doxepina, Desipramina, Trazodone, Bupropione, Amoxapina)

›› Categoria: Farmaci attivi sul sistema nervoso centrale

Formula di struttura della Paroxetina

Formula di struttura dell'Imipramina

›› Meccanismo d'azione

La depressione è una malattia ancora oggi poco conosciuta ma di alta incidenza (10% popolazione). I sintomi della depressione sono tristezza, visione negativa di sé e del proprio futuro, insonnia (o ipersonnia), inappetenza (o iperfagia), movimenti rallentati, riduzione della mimica e mimica sofferente, difficoltà di concentrazione e desiderio di suicidio, che rende difficile il trattamento farmacologico per il rischio di abuso di farmaci.
Si classificano 3 tipi di depressione:
1) Reattiva: coinvolge il 60% dei casi, è dovuta alle gravi avversità e dispiaceri che la persona ha incontrato durante la sua vita. Può risolversi anche con trattamento con ansiolitici.
2) Endogena: riguarda il 25% dei casi di depressione, si osserva una predisposizione se si hanno casi analoghi tra i famigliari. Può insorgere ad ogni età, e scaturisce anche da avversità futili. Si richiede il trattamento con antidepressivi.
3) Affettività Bipolare (o maniaco-depressiva): riguarda il 15% dei casi, e si manifesta con una alternanza di periodi di depressione e episodi di mania di grandezza, si tratta con Litio (per gli episodi maniacali) e antidepressivi.

Si ipotizzano due meccanismi differenti per quanto riguarda la depressione: la prima teoria (amminergica) ritiene che la depressione sia indotta da carenze di neurotrasmettitori amminergici (noradrenalina, adrenalina, dopamina) a livello delle sinapsi. E' infatti vero che sono utilizzati per il trattamento della depressione gli inibitori della ricaptazione delle ammine biogene, però molti farmaci agonisti delle ammine non sono antidepressivi, e il trattamento con quelli che funzionano richiede diversi giorni (più di 2 settimane) per dare i primi risultati.
Una seconda teoria (teoria dell'adattamento) afferma che per avere un effetto antidepressivo il farmaco deve sia ripristinare il livello di ammine biogene nelle sinapsi, sia creare una sorta di adattamento a livello recettoriale. Infatti la teoria ritiene che la depressione possa essere dovuta ad una ipersensibilità dei recettori α2 presinaptici, il che porta ad una diminuzione della liberazione di noradrenalina , che a sua volta comporta un incremento dei recettori ß postsinaptici. La terapia quindi dovrebbe ripristinare i livelli di noradrenalina e aspettare che il numero di recettori ß diminuisca gradualmente.

Tra i farmaci antidepressivi ci sono:
- inibitori della ricaptazione della serotonina (Fluoxetina, Paroxetina, Sertralina);
- inibitori delle monoamminoossidasi (IMAO, non usati in Italia) (Tranilcipromina, Toloxatone, Moclobemide);
- eterociclici di seconda e terza generazione (non usati in Italia), come il Trazodone, Bupropione, Amoxapina;
- antidepressivi triciclici (Amitriptilina, Imipramina, Nortriptilina, Clomipramina, Protriptilina, Doxepina, Desipramina).

›› Caratteristiche e impieghi

Utilizzati principalmente nella terapia antidepressiva, per migliorare il tono dell'umore, ma anche in alcune emicranie (per effetti sul sistema recettoriale della serotonina), o in attacchi di panico (associati ad ansiolitici).

›› Farmacocinetica

Somministrati per via orale, gli antidepressivi triciclici si legano molto alle proteine plasmatiche e alcuni hanno tropismo per il miocardio. gli inibitori del reuptake della serotonina, meno tossici dei precedenti, sono assunti per via orale, metabolizzati nel fegato, dove inibiscono il CyP450. Escreti per via renale.

›› Interazioni

Gli antidepressivi triciclici potenziano gli effetti tossici degli IMAO (non vanno mai assunti assieme per evitare gravi crisi ipertensive), aumentano gli effetti di depressione respiratoria dei farmaci oppioidi, antagonizzano gli effetti dei farmaci antiipertensivi. I farmaci inibitori del reuptake della serotonina danno gravi interazioni con gli IMAO e con l'iperico (sindrome serotonergica caratterizzata da tremori, ipertermia, collasso).

›› Effetti collaterali e avvertenze

Gli antidepressivi triciclici hanno effetti collaterali simili alle fenotiazine, per via degli effetti di antagonismo sui recettori α adrenergici, istaminergici e muscarinici.
Alcuni effetti collaterali sono:
- effetto di sedazione, debolezza, affaticabilità
- incubi notturni
- tremori fini alle mani
- vertigini
- in pazienti predisposti possono dare convulsioni (non vanno assunti da epilettici)
- ipotensione posturale, aumento dell'autimaticità cardiaca fino ad aritmie (da evitarsi in pazienti con problemi cardiaci)
- effetti antimuscarinici come stipsi, ritenzione urinaria, midriasi, aumento della pressione endooculare (rischiosa se compresente glaucoma)
- disturbi dell'erezione
I sintomi in caso di intossicazione (abuso da antidepressivi, in casi di tentativo di suicidio) sono convulsioni, depressione respiratoria, coma, aritmie, fibrillazione ventricolare. Gli antidoti utilizzabili sono anticonvulsivanti (diazepam, fenitoina), antiaritmici ß-bloccanti e promuscarinici (come fisiostigmina).

Gli inibitori del reuptake della serotonina sono meno tossici ed hanno la stessa efficacia dei precedenti triciclici, tra gli effetti collaterali ci sono nausea, insonnia, una certa aggressività, ma è basso il rischio di mortalità da abuso.