›› BLOCCANTI NEUROMUSCOLARI (Tubocurarina, Atracurio, Cisatracurio, Mivacurio, Doxacurio, Pancuronio, Vecuronio, Rocuronio, Rapacuronio, Pipecuronio, Succinilcolina)

›› Categoria: Farmaci miorilassanti

Formula di struttura della Succinilcolina

Formula di struttura della Tubocurarina

›› Meccanismo d'azione

Lo studio dei bloccanti neuromuscolari comincia con la scoperta del curaro nel sedicesimo secolo, a seguito delle esplorazioni dell'Amazzonia. Questo veleno, di cui erano intinte le frecce degli indigeni, portava a morte le prede per paralisi dei muscoli scheletrici e blocco della respirazione. Il principio attivo del curaro, la tubocurarina, fu modificata per ottenere una serie di altre sostanze di sintesi utili come naestetici e spasmolitici.
Ad oggi si classificano due categorie di farmaci bloccanti neuromuscolari: i depolarizzanti e i non depolarizzanti. La trasmissione dello stimolo al muscolo infatti vede l'arrivo dell'impulso nervoso alla terminazione colinergica, che quindi permette l'ingresso del calcio nella terminazione e il conseguente rilascio di acetilcolina, che agisce sui recettori nicotinici presenti sulla placca motrice del muscolo, permettendo la contrazione. Tutti i bloccanti neuromuscolari sono strutturalmente simili all'acetilcolina, o ne contengono la struttura.
I farmaci non depolarizzanti, di cui il capostipite è la d-Tubocurarina, bloccano la trasmissione neuromuscolare agendo da antagonisti, impedendo l'accesso dell'acetilcolina al recettore.
I farmaci depolarizzanti, il cui prototipo invece è la Succinilcolina, fungono, se in elevate quantità, da agonisti depolarizzanti: agiscono come l'acetilcolina, ma sono metabolizzati più lentamente dalle colinesterasi, perciò le membrane muscolari restano depolarizzate più a lungo e non riescono a rispondere ad ulteriori stimoli, ottenendo il blocco muscolare.

›› Caratteristiche e impieghi

I farmaci non depolarizzanti sono divisibili chimicamente in due categorie, gli steroidei (Rocuronio, Rapacuronio, Pipecuronio, Pancuronio, Vecuronio) e i derivati isochinolinici (Tubocurarina, Doxacurio, Atracurio, Cisatracurio, Mivacurio). Tra i depolarizzanti, l'unico utilizzato in terapia è la succinilcolina.
Queste sostanze vengono impiegate per ottenere il rilassamento muscolare durante gli interventi chirurgici senza portare all'anestesia (prima della loro introduzione era possibile ottenere un effetto miorilassante solo con una anestesia profonda), oppure a volte come anticonvulsivanti.

›› Farmacocinetica

Sono farmaci polari, inattivi per via orale. Sono sempre somministrati per endovena o sottocutanea, non superano la barriera emato-encefalica pertanto non hanno effetti centrali. Approssimativamente la durata d'azione dei farmaci non depolarizzanti si aggira sui 20-30 minuti, eliminazione per escrezione renale e a volte metabolismo epatico, che ne diminuisce il tempo di emivita. Succinilcolina invece ha durata d'azione più breve (5-10 minuti) per l'azione delle colinesterasi plasmatiche che la metabolizzano più rapidamente.
Il tempo di inizio dell'effetto più rapido si ha per il Rocuronio (1-2 minuti).

›› Interazioni

Interazioni con alcuni farmaci che possono potenziare il blocco neuromuscolare, come antibiotici aminoglicosidi o anestetici locali e generali.

›› Effetti collaterali e avvertenze

Succinilcolina aumenta la pressione endooculare, quindi è controindicata in cado di glaucoma. Può inoltre provocare varie aritmie cardiache a causa della stimolazione colinergica sui recettori muscarinici del nodo seno-atriale; infine sono avvertibili dolori muscolari a seguito dell'uso del farmaco.
Tubocurarina e altri bloccanti non depolarizzanti inducono ipotensione per probabile interazione con altri recettori e liberazione di istamina, soprattutto per i derivati isochinolinici.
I bloccanti neuromuscolari sono controindicati in caso di miastenia gravis.